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INTERVISTE

Giobbe Covatta
"Come sopravvivere sul pianeta Terra"

in "Il Gazzettino", 15 febbraio 2013, p. XXXIII.

Mestre

Cosa accadrà quando la temperatura del nostro pianeta sarà aumentata di sei gradi? Se lo chiede Giobbe Covatta nel suo nuovo spettacolo “6 Gradi”, che sabato 16 febbraio (replica domenica 17) alle 21, sarà al Teatro Toniolo di Mestre. Al famoso comico, attore e scrittore, noto anche per il suo impegno sociale (è testimonial di Amref e Save the Children) abbiamo chiesto qualche anticipazione.

Covatta, lei è di casa nel veneziano

«Sì, e sono sempre stato accolto bene, come del resto nell’intero Veneto, davvero molto affettuoso. Fra i miei ricordi vi è una passata esperienza al Teatro Goldoni di Venezia, quando scaricammo con non poca difficoltà da un barcone tutto il materiale di scena; a Mestre poi, ci torno quasi ogni anno!»

Si può definire “6 gradi” uno spettacolo “impegnato”?

«L’argomento è serio, ma vorrei trasmettere informazioni di grandissima rilevanza scientifica in modo leggiadro, divertente; come tutti gli spettacoli non si propone di essere esaustivo, ma di stimolare curiosità. Se una volta rientrato a casa qualcuno sente il desiderio di approfondire le tematiche legate all’aumento climatico… beh, allora penso di aver raggiunto il mio scopo!»

Ancora un numero, dopo il “7” dei vizi capitali e il “30” degli articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani, il “6”: ogni grado raccontato in un momento storico diverso.

«Tutto è ambientato nei prossimi cento anni, fino al 2112. Come se raccontassi ad esempio il Novecento, parlerò invece del futuro, ciò che potrebbe avvenire a livello geologico con ovvi riflessi sul quotidiano, sul particolare sentire che contrassegna di volta in volta il genere umano.»

Ritiene davvero così grave la situazione del graduale surriscaldamento terrestre?

«Sì, io credo di raccontare un percorso geologico e antropologico abbastanza verosimile, mentre non lo è ovviamente l’arco temporale limitato a un secolo; ma quanto si vedrà in scena è frutto di una seria documentazione (fra i vari, mi sono rivolto anche a Mario Tozzi e Piero Angela). Spero che i miei nipoti siano ancora immuni al cambiamento, ma se continuiamo a trattare come un punching ball il Pianeta Terra, non lo saranno i nipoti dei miei nipoti!»

Riccardo Petito