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INTERVISTE
GIOELE DIX I comici di Zelig recitano Shakespeare in "Il Gazzettino", 23 febbraio 2012, p. XXXIII.
Mestre
William Shakespeare e i comici di Zelig, una scommessa apparentemente bizzarra ma vinta, visto il successo di critica e pubblico. A portare in scena “Sogno di una notte di mezza estate” - oggi giovedì, alle 21, al Teatro Toniolo - è Gioele Dix, che si definisce una sorta di “fratello maggiore” del gruppo di attori da lui riuniti. Sua la regia, mentre con Nicola Fano firma traduzione e allestimento. In precedenza alle 18, alla Libreria Feltrinelli, è previsto un incontro pubblico con gli attori e lo stesso Gioele Dix, che abbiamo incontrato in teatro.
Mestre l’ha sempre accolta favorevolmente...
«Teatralmente parlando, è una tappa che non ho mai mancato, il pubblico è attento e disponibile. Ho lavorato due anni anche con un vostro musicista, Bebo Baldan, da cui ho appreso molto. Quanto all’ambientazione del nostro “Sogno”, potrebbe ricordare alcune zone di Marghera, capannoni industriali alle cui spalle si aprono locali di tendenza, d’altro canto pure Shakespeare aveva pensato ad una ambientazione di fantasia».
Com’ è nata l’idea di mescolare Shakespeare con il palcoscenico di Zelig?
«Frequentando i comici da molti anni, soprattutto quelli più giovani, scoprendo che hanno tutti un potenziale enorme, superiore a ciò che sono limitati a fare in televisione. Ritengo il teatro la vera palestra per la crescita di un attore, e ho pensato al confronto con un grande classico, che aiuta a scoprire meglio le proprie risorse. I sette comici coinvolti sanno far ridere ma sono anche seri e profondi, pieni di sfumature, e a loro si aggiunge il duo Musica Nuda, una sfida».
Perché proprio il “Sogno”?
«È un paradiso per comici e attori, una vera e propria festa del teatro, lega i mondi della magia, della notte, del mistero, poi entra in campo la rappresentazione nella rappresentazione... Non ho mai riso assistendo ad altri allestimenti del “Sogno”, gli attori quando vogliono fare i comici vanno sempre sopra le righe e allora, mi son detto, perché non chiamare comici veri? Il pubblico ha accolto bene il nostro debutto al Festival Shakespeariano, e anche le successive tappe, questa compagnia porterà ad un altro progetto. Gli attori coinvolti sono consapevoli che il personaggio comico per cui si è famosi prima o poi si consuma, quindi è necessario crescere con nuove esperienze».
Riccardo Petito |