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INTERVISTE

Gioele Dix
"Gioele Dix si fa in tre per semplificare la vita"

in "Il Gazzettino", 16 marzo 2013, p. XXXIII.

Mestre

”Nascosto dove c’è più luce” è l’enigmatico titolo dello spettacolo scritto, diretto e interpretato da Gioele Dix, in scena al Teatro Toniolo di Mestre oggi sabato 16 con replica domani domenica 17 marzo, alle 21. In breve, un attore si addormenta sulla scena per svegliarsi in uno strano luogo, accolto da un angelo custode (la giovane Cecilia Delle Fratte, scoperta da Dix).»

Gioele Dix, un ritorno a Mestre con un copione particolarmente originale

«Sono certo che sarà apprezzato, mi sono esibito spesso da voi e lavorato con un grande amico musicista, Bebo Baldan; c’è un pubblico assai preparato, in sintonia con il mio tipo di comicità, pretesto per una chiave di lettura della realtà, nonché una bella “medicina” per la complicata vita di tutti i giorni.»

Si può parlare di un testo in qualche modo autobiografico?

«Direi di sì, nella misura in cui esploro il punto di vista dell’attore. Figura che molti invidiano per l’immagine pubblica, ma che è più esposta a fragilità, ansie e paure, alla precarietà... anzi, in un periodo di precarietà generalizzata, noi attori abbiamo la nostra rivincita: siamo precari per statuto!»

Una maggior complessità rispetto a suoi precedenti copioni

«Forse è più complesso da spiegare, la “sospensione”, il lungo sogno, tra spirituale e materico. Una lunga confessione aperta legata da un filo, il sentire di un uomo e cittadino contemporaneo, con contentezze e frustrazioni. E molte contraddizioni: il desiderio di una vita sana e quello di trasgredire, l’essere comprensivo o lasciarsi andare a qualche sana incazzatura. Spesso terapeutica, come lo era per un mio vecchio personaggio televisivo assai amato dal pubblico, l’“automobilista” perennemente incazzato!»

Riccardo Petito