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INTERVISTE

Paolo Hendel
L'attualità di Molière rivisitata dall'ironia di Paolo Hendel

in "Il Gazzettino", 16 febbraio 2012, p. XXXIII.

Mestre

Torna al Teatro Toniolo un attore che a Mestre è sempre stato accolto con grande entusiasmo, Paolo Hendel. Venerdì 17 e sabato 18 alle 21 porterà in scena “Moliere a sua insaputa”, scritto con il regista Leo Muscato, interpretato assieme a Maria Pilar Pèrez Aspa, Laura Pozone e Mauro Parrinello. Lo abbiamo contattato.

Hendel, un gradito ritorno in terra veneziana

«A pochi giorni di distanza dallo scorso fine settimana, quando con mia moglie e mia figlia ne ho approfittato per vedere un po' di Carnevale. Che freddo, ma con qualsiasi tempo si sta bene a Venezia. Al Toniolo comunque è vero, ho sempre trovato gran calore, e l'ammirevole presenza di molti giovani».

In questi giorni di Carnevale, risulta assai pertinente la "maschera" di Jean-Baptiste Poquelin, alias Moliere.

«Non sapete che emozione, visa la mia ben nota quantità di capelli, indossare una parrucca con abbondanza di riccioli, parte del costume del Seicento! Interpreto un Moliere non Moliere, che un anacronismo fa diventare ospite di una trasmissione televisiva dei nostri giorni, accolto sì come ospite d’onore, ma per scoprire un’autentica trappola. Un "processo" con controparti quali Argante, Orgone, Alceste, Cleante, Tarfufo, celebri nomi tratti dalla sua produzione».

Satira del mondo televisivo odierno, e insieme omaggio al celeberrimo commediografo.

«Abbiamo messo insieme tante diversi testi, ricontestualizzandoli, con riferimenti moderni, fra cui Rilke e Ungaretti. L’attualità di Moliere ci ha sorpreso, le sue bellissime pagine contro l’ipocrisia, i ciarlatani e l’adulazione, inserendo una cornice odierna abbiamo rafforzato la contemporaneità del suo messaggio. Vizi e umane debolezze del suo tempo non sono così distanti dalle nostre. Personalmente, dopo una ventina d’anni di monologhi legati alla cronaca politica, ho affrontato questa sfida con gran voglia di cambiare argomento, con la continua volontà di imparare».

Riccardo Petito