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INTERVISTE
Riccardo Iacona LE DIVERSE FRONTIERE DEL GIORNALISMO di Riccardo Petito in "Il Gazzettino", n. 115, 16 maggio 2008, p. XXIII.
VENEZIA - Riccardo Iacona è il prestigioso ospite del secondo appuntamento del ciclo di incontri "In punta di penna - L'informazione raccontata dai protagonisti", organizzato dall'Ordine dei Giornalisti del Veneto. Dopo lo scrittore Daniel Pennac, stasera alle 20.45 all'Ateneo Veneto, ad avviare con il pubblico un dibattito sul futuro dell'informazione in relazione ai grandi temi della contemporaneità, "La guerra infinita: le diverse frontiere del giornalismo" (condotto da Adriano Favaro de "Il Gazzettino"), sarà la volta proprio di Riccardo Iacona , il cui giornalismo di inchiesta, spesso considerato scomodo per le verità emerse, è ben noto agli spettatori televisivi (in particolare per le trasmissioni al fianco di Michele Santoro). A Iacona , abbiamo posto alcune domande.
Come giudica lo stato dell'informazione oggi?
"Posso azzardare una risposta a proposito di una azienda come la Rai, per cui lavoro: c'è un evidente problema di autonomia e libertà, la necessità di una riforma è inevitabile, si deve sciogliere il nodo tra politica e televisione. Noi giornalisti siamo considerati l'ultimo anello della catena, che tuttavia risulta il più importante, visto che il compito di riempire i palinsesti è nostro".
Fra le numerose inchieste da lei condotte, a quale è maggiormente legato?
"Forse, per diversi motivi, alla serie "Pane e politica", dedicata ai costi e agli sprechi della politica, andata in onda nella primavera dell'anno scorso su Raitre, e che ha preceduto la pubblicazione del famoso libro "La Casta" di Stella e Rizzo".
Cosa consiglia a un giovane che si avvicina al mondo del giornalismo?
"Innanzitutto è già fortunato se vi accede, mai si è verificata un'offerta così bassa. Non è un bene, perché questo è un lavoro per così dire da "bottega", dove un lungo apprendistato è fondamentale. Importante è poi un continuo aggiornamento con le nuove tecnologie, il futuro è in questa direzione".
Una domanda di stretta attualità: come giudica il caso Travaglio (le polemiche seguite alle sue dichiarazioni sul presidente del Senato, Renato Schifani, alla trasmissione "Che tempo che fa?")?
"Vanno analizzati due aspetti: il primo è relativo all'insulto, Travaglio poteva evitare il paragone di Schifani con la muffa. Il secondo è la cronaca: non mi risulta che Travaglio abbia detto il falso, né che debba prevalere il mito del contraddittorio, altrimenti in televisione si assisterebbe ad una ulteriore parata di politici per tutta la giornata".
Riccardo Petito |