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INTERVISTE

Yoko Ono
"Venezia è una città che ispira arte pura"

in "Il Gazzettino", 20 giugno 2013, p. XXX.

Venezia

Alle pareti testimonianze femminili di un danno subito a causa di un uomo, con le sole fotografie degli occhi delle interessate. Una scrivania dove poter vergare di propria mano i fogli predisposti per restituire le singole testimonianze; volendo, all’ingresso è offerta la possibilità di farsi scattare una istantanea dei propri occhi. Al centro della stanza, inquietanti sagome di silicone raffigurano corpi di donna accatastati, quasi sculture di bronzo per effetto di un processo di combustione. L’ultima opera di Yoko Ono, l’artista e musicista nata a Tokio ma naturalizzata statunitense, vedova di John Lennon, ha trovato compimento proprio a Venezia: “Arising” fa parte della mostra collettiva "Personal Structures", evento collaterale della 55. Esposizione internazionale d’Arte di Venezia, organizzata da Global Affairs Art Foundation a Palazzo Bembo, a Rialto in riva del Carbon. Invitata dalle quattro giovani curatrici Yoko Ono, ottant’anni splendidamente portati, ritorna nella città lagunare, da lei assai amata come ci ha sottolineato.

Signora Ono, lei ha spesso proposto a Venezia con entusiasmo suoi lavori.

«Venezia per me ha un valore particolare, ho raccolto negli anni e nelle mie numerose visite tantissimi ricordi, ma a me piace tornarci non da turista. Ho affrontato discussioni con diverse persone e amici che ritengono Venezia una città ormai carente di ispirazione artistica…»

Il suo punto di vista?

«Chiaramente per me non è vero! Basti pensare che anche se non sono presente fisicamente, solo al pensiero di Venezia ho trovato spesso spirazione. Oltretutto è piacevole tornare, vista la bellissima accoglienza che mi è sempre stata tributata!»

Il suo lavoro “Arising” ha una forte connotazione sociale. Ritiene che arte e impegno sia un binomio ancora forte nell’arte contemporanea?

«La mia arte rappresenta me e la mia storia, ma ovviamente pure il periodo in cui ho vissuto e vivo; la storia della mia arte riflette dunque anche la storia del mondo, ma tramite la mia arte - lo ripeto – intendo esprimere solo me stessa. La “verità” che la mia arte propone, è sempre frutto di quella che io stessa ho sperimentato.»

Riccardo Petito