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INTERVISTE

Lino Toffolo
"Il ritorno di Lino Toffolo al fianco di Gigi Proietti"

in "Il Gazzettino", 6 aprile 2013, p. XXXII.

Venezia

Con due puntate in prima serata torna prepotentemente lunedì 8 e martedì 9 aprile, su Raiuno, Lino Toffolo: l’attore veneziano (muranese ad essere precisi) più celebre e celebrato ricoprirà infatti il ruolo di “Perpetuo” a fianco di Gigi Proietti (il cardinale Colombo) nella fiction “L’ultimo Papa Re”, liberamente ispirata al celeberrimo “In nome del Papa Re” di Luigi Magni del 1977. La regia di Luca Manfredi, figlio di Nino (l’originario protagonista), ha ricreato la complessa storia che si svolge nel periodo della presa di Roma, alla vigilia dell'Unità d'Italia.

Toffolo, un ruolo importante e una produzione di gran rispetto

«Abbiamo girato l’anno scorso a Belgrado, alle cui porte si trova una piccola Cinecittà dove è stato ricostruito uno spicchio di Roma di incredibile fedeltà. Sono davvero soddisfatto del risultato, la sceneggiatura è dinamica e gli attori di massimo livello, ho ritrovato amici che non vedevo da anni.»

In particolare Gigi Proietti

«Reputo Gigi bravissimo, al teatro ha dedicato la vita, ci conosciamo dai tempi di “Brancaleone alle Crociate” di Mario Monicelli, del 1970. Il nostro però è un mestiere – a differenza di quel che pensano tutti – nel quale quando non si lavora assieme è difficile rimanere in contatto, io poi non vivo a Roma. Quando ci si rivede però, come per le amicizie dei tempi della scuola, è come non ci si fosse mai lasciati.»

Lei veste i panni di “Perpetuo”, il governante del cardinale.

«Il nome è ovviamente preso dalla manzoniana Perpetua di Don Abbondio. Dico sempre che il segreto del mio mestiere non è recitare, è “essere” il personaggio, benché sia più faticoso. Tutti noi possediamo già dentro ogni sfumatura, possiamo essere buoni o cattivissimi, il difficile è trovare la chiave per farla emergere.»

La regia è firmata da Luca Manfredi, come si è trovato?

«Molto bene, avevo già lavorato con lui, è un professionista serio, un possibile nuovo Monicelli, gira da artigiano, è esigentissimo nelle inquadrature. Affiancai suo padre, il grande Nino, ne “La Betìa” di Gianfranco De Bosio.»

Riccardo Petito