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INTERVISTE

ALBERTO VERONESI AL CASINO'
di Riccardo Petito
in "Il Gazzettino", n. 264, 14 novembre 2006, p. XV.

Il terzo appuntamento del ciclo concertistico "Le Giornate Wagneriane", coordinato dall'associazione veneziana dedicata al maestro di Bayreuth, svoltosi lunedì 13 novembre nel Salone delle Feste di Ca' Vendramin Calergi, sede lagunare del Casinò di Venezia, è stato diretto dal maestro Alberto Veronesi. Nome di massimo rilievo nel panorama musicale internazionale, gli abbiamo posto qualche domanda.

Maestro, come è iniziata la sua avventura musicale?

“Mi sono diplomato in pianoforte, composizione e direzione d'orchestra al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Tappe fondamentali sono state la nomina a direttore artistico e musicale della Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago, che ho contribuito a rilanciare nel panorama dei festival lirici nazionali, e per il quale ho diretto il ciclo completo delle opere di Puccini. Dal 2001 dirigo l'Orchestra Sinfonica Siciliana, con la quale sto affrontando il ciclo completo delle sinfonie di Mahler, Beethoven, Bruckner e Shostakovic. A maggio di quest'anno inoltre, è uscita la mia prima incisione per la prestigiosa etichetta Deutsche Grammophon: 'Edgar' di Giacomo Puccino con l'Orchestra e coro dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia, con Placido Domingo nel ruolo di protagonista. Ne seguiranno presto altre, tutte dedicate alla produzione operistica italiana anche contemporanea.”

Il concerto, diviso in due parti che ha proposto di Mozart la Sinfonia concertante per violino e viola K 320d e brani scelti dal Flauto Magico, è nato da una collaborazione con la Fondazione Teatro La Fenice.

“Purtroppo non ho mai suonato alla Fenice, spero di farlo presto! Sono onorato del coinvolgimento dei Cameristi della Fenice, e pure del coinvolgimento di due borsisti di Bayreuth, i giovani di talento vanno sicuramente incentivati e aiutati ad inserirsi in un ambiente assai concorrenziale.”

Qual è il suo rapporto con Venezia?

“Ottimo. Posseggo anche una casa di famiglia in campo Santa Maria Formosa, che frequento spesso. Per la prima volta invece sono entrato al Casinò, ben diverso dall'idea consueta di casa da gioco, in quanto nato come palazzo storico dalle implicazioni musicali - come ben noto dimora temporanea di Richard Wagner - particolarmente interessanti!”

Suo padre è il noto professore e oncologo Umberto Veronesi: come ha accolto la sua vocazione musicale? Avete mai pensato ad un progetto assieme, magari nel campo della musico-terapia?

“Vengo da una famiglia di sette fratelli, abbiamo intrapreso tutti strade diverse! Io e mio padre non abbiamo mai pensato ad un progetto assieme, ma ritengo la musica importantissima per la sua capacità anche curativa e rasserenante, grazie all'armonia che porta con sé. Da giovane facevo parte di un'orchestra che eseguiva anche brani negli ospedali, in particolare nei reparti dedicati ai più piccoli, accompagnando alcuni medici vestiti da clown.”

Riccardo Petito