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Una regina vera. Trionfo per "The Queen" dalla Mostra del Cinema di Venezia alle sale

"Carte Scoperte", n. 8, ottobre 2006, p. 12.

Non c'è dubbio che la vera trionfatrice della 63. Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia sia la regina Elisabetta d'Inghilterra, o meglio l'attrice che ne ricopre le vesti nell'eccellente "The Queen" di Stephen Frears, ossia Helen Mirren. Non a caso, premiata con la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile (Osella d'Oro invece a Peter Morgan per la miglior sceneggiatura). Se la scheda di presentazione, a proposito del genere, riporta le diciture "biografico", "drammatico" e "storico", l'impressione è che si tratti soprattutto di un coraggioso atto di realismo da parte di uno dei registi più interessanti della scena britannica.

Ottimo l'intero cast, che ad Helen Mirren affianca Michael Sheen (Tony Blair), James Cromwell (Principe Filippo), Sylvia Syms (Regina Madre), Alex Jennings (Principe Carlo) ed Helen McCrory (Cherie Blair).
L'assunto di partenza è semplice, tutto ruota attorno ad un comportamento, quello tenuto dalla regina Elisabetta II domenica 31 agosto del 1997, quando i network d'informazione mondiali annunciarono la morte di Lady Diana, principessa del Galles ed ex moglie dell'erede al trono Carlo d'Inghilterra.
Elisabetta si trovava nel suo castello di Balmoral, assieme all'intera famiglia reale, incapace di comprendere l'inaspettata reazione di dolore del popolo inglese verso la figura di Diana. Il primo ministro Tony Blair, eletto da pochissimo, ha invece capito al volo quanto la notizia abbia gettato nello sconforto larga parte della nazione, e che proprio in un momento come questo la sovrana dovrebbe vestire i panni che, nelle proprie coscienze, molti inglesi auspicherebbero: quelli di una sorta di "Madre d'Inghilterra", capace di rassicurare i suoi sudditi. Nonostante la posizione "labour", Blair riuscirà a creare un dialogo con la monarchia e ricucire lo strappo degli inglesi con quest'ultima.

Una regina umana pertanto, che è anche l'aspetto più interessante del film, il ritratto di una psicologia sottoposta sin da bambina ad una educazione estremamente rigida, con se stessa "in primis", e nel contempo costretta ad affrontare i nuovi tempi con rinnovati metodi, soprattutto per quanto concerne l'informazione.
Non è una novità quanto ancor oggi la morte di Diana scuota l'immaginario pubblico inglese: Frears però non indugia nei particolari scomodi o commerciali legati alla sua scomparsa, le tesi del complotto o i gadget con l'immagine della principessa, ma utilizza la storia per offrire un ritratto a tutto tondo del contesto che precede e segue a tale luttuoso evento.

L'attrice Helen Mirren si dedica ad una delle sue migliori interpretazioni, rivelando gradualmente il lato umano della sovrana, come testimonia la pietà verso l'uccisione di uno splendido cervo durante una battuta di caccia. Elogio ai truccatori per la fedeltà raggiunta al volto originale. Splendida l'ambientazione, in particolare i paesaggi verdi della residenza estiva di Balmoral, e ottima la ricostruzione della difficoltà nel "comunicare" la presa di posizione della casa reale, seguita all'indecisione iniziale, riguardo lady Diana.
In conclusione, per Stephen Frears si tratta di un'ottima conferma, dimostrando anche un carattere eclettico nella scelta delle sceneggiature, e confermando la sua provenienza dal teatro nella gestione sapientissima degli attori.

Riccardo Petito