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CINEMA
IL CAFFE' - Magazine di Cultura, Spettacolo, Tempo libero, Turismo

Paranoid Park
Un antidoto ai "cinepanettoni" del Natale appena trascorso

"Il Caffè", n. 02, gennaio 2008, p. 11.

Ottimo antidoto a programmazioni natalizie farcite di cinepanettoni, “Paranoid Park” di Gus Van Sant mantiene intatte le aspettative su uno dei registi più interessanti ed introversi del panorama attuale indipendente. Tratta dal romanzo omonimo di Blake Nelson (sceneggiato comunque da Van Sant) e premiata dalla giuria di Cannes, la pellicola è ambientata a Portland, tra la comunità locale di skaters. Eccellenti innanzitutto gli interpreti, reclutati dal regista tramite Internet, e le scelte musicali, che includono anche brani felliniani di Nino Rota (da “Amarcord” e “Giulietta degli Spiriti”), assieme a suoni trattati con echi e distorsioni. È ovviamente errato definire “giovanilista” il mondo ricreato, però per una volta il termine rende abbastanza bene l'idea di una sorta di spaccato adolescenziale. Senza moralismi, come ci ha abituato da sempre il regista, e senza voler creare stereotipi di giovani statunitensi alle prese con un disagio interiore, che comunque rimane prioritario rispetto alle conseguenze giudiziarie che l'omicidio compiuto comporta.
Al termine, emerge una delicatezza sorprendente da parte del regista nei confronti del gruppo di skaters, o della relazione del sedicenne protagonista Alex (Gabe Nevins) con la giovane fidanzatina liceale della quale tuttavia non gli importa granché, dimostrando una naturale apatia sentimentale

Riccardo Petito