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LIBRI

Stella racconta la lotta contro l'altro

in "Il Gazzettino", n. 8, 10 gennaio 2010, p. XXXIII.

Venezia
L’attualità ne fornisce continui esempi: senza voler citare i fatti calabresi di Rosarno, tuttora in corso, nel nostro territorio in questi giorni si sono verificati ennesimi cori razzisti allo stadio e l’assurda violenza contro un senzatetto. Fare un passo indietro, e analizzare quanto può insegnare la Storia, potrà agevolare l’interpretazione di tali fenomeni. Un excursus del rapporto fra "noi" e gli "altri" prova a tracciarlo Gian Antonio Stella in "Negri, Froci, Giudei & Co., L’eterna lotta l’uno contro l’altro" (Rizzoli). Volume presentato venerdì sera, in un affollato Ateneo Veneto, nell'ambito degli incontri "In Punta di Penna", promossi assieme ad Enel e Ferpi dall'Ordine dei giornalisti del Veneto, rappresentato dal presidente Gianluca Amadori. Che assieme a Michele Gottardi, da poco alla guida dell’Ateneo Veneto, ha avviato la discussione con il noto giornalista originario di Asolo, che ha esordito tracciando un profilo dell’Italia odierna: «Non è un Paese peggiore degli altri, ma neppure migliore, e a nulla vale il tentativo di riscrivere pagine abominevoli, fra le quali le famigerate leggi razziali...». Non si può, tuttavia, non riconoscere la necessità di politiche immigratorie mirate: «Non possiamo farci carico di tutti, ma l’unica condizione è quella di sgombrare il campo da ogni pregiudizio. L’immigrazione porta inevitabilmente problemi, noi li abbiamo portati in America e Australia, ma anche ricchezza, di gran lunga superiore alla spesa sociale sostenuta». E l’informazione deve essere «corretta, vanno ad esempio distinti i reati compiuti da immigrati regolari e irregolari». Infine, un appello al valore della diversità: «Non siamo tutti uguali, andrebbe insegnato già a scuola. E i fatti di razzismo compiuti dopo che si è fatta la conoscenza dell’altro, vanno maggiormente condannati». Presto Stella sarà impegnato, con il cantautore Gualtiero Bertelli, in uno spettacolo dedicato a questi temi.

Riccardo Petito