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LIBRI
Proust "veneziano" in un saggio di Stefano Toffolo in "Il Gazzettino", n. 01, 02 gennaio 2010, p. XXXII.
Venezia
Che lo scrittore francese Marcel Proust (1871-1922) fosse legato a Venezia, lo
testimonia la sua opera, in particolare la monumentale “Alla ricerca del tempo
perduto”, con i numerosi riferimenti contenuti in essa. Ad analizzare tali
richiami, e non solo, vi è il recente ed accurato saggio “Marcel Proust. Tra
Venezia, Padova e Verona” (editore Grafiche V. Bernardi, pp. 288, euro 28) del
veneziano Stefano Toffolo, autore di numerosi studi letterari e musicali, ed
attuale titolare della cattedra di Storia ed estetica musicale al Conservatorio
di Padova. Ovviamente è la città lagunare, fra le tre venete, a giocare il
ruolo maggiore e a costituire un vero e proprio “percorso proustiano” reso
agevole, e ripercorribile in modo esaustivo dal lettore, proprio grazie a
questa ricerca. Inizialmente Venezia fu filtrata nell’immaginario dello
scrittore tramite l’opera dell’inglese John Ruskin, divenendo sorta di città
del ‘desiderio’, a lungo sognata, ma nel 1900 lo stesso Proust vi giunse. La
foto di copertina lo ritrae sulla terrazza dell’Hotel Europa & Regina sul Canal
Grande, con lo sguardo rivolto alla Basilica della Salute.
Percorso che si configura soprattutto artistico: se infatti sono citati
luoghi ed edifici assai noti, fra cui Piazza San Marco con il Palazzo Ducale e
la Basilica, le Zattere, la Giudecca ed il Lido, attraverso le Gallerie dell’
Accademia, San Giorgio Maggiore e San Giorgio degli Schiavoni avviene
l'incontro concreto con i grandi maestri del Cinquecento, Bellini, Carpaccio,
Giorgione, Tiziano, Veronese, Tintoretto, e del Settecento, come Guardi e
Tiepolo. Fascino da unire a quello in lui suscitato dai “modern painters”
Turner, Ruskin, Monet e Whistler. Notevole l’apparato iconografico presente nel
volume, dalle opere pittoriche citate a fotografie d’epoca, che ritraggono
anche lo stesso Proust, e di oggi, appositamente realizzate per un lavoro assai
complesso nella struttura ma leggibile come un romanzo o una possibile guida
letteraria di Venezia, fra straordinari luoghi e testimonianze artistiche.
Riccardo Petito |