Torna alla Home Page
Clicca sopra per ingrandirlo!
Clicca sopra
per ingrandirlo!
MUSICA

"Intonarumori futuristi". Il veneziano Pietro Verardo e le macchine musicali di Luigi Russolo

in "Il Gazzettino", 15 dicembre 2009, p. XXXIII.

Venezia
Nel volgere al fine di un intenso anno di celebrazioni futuriste, per il centenario dalla pubblicazione del Manifesto del Futurismo stilato da Marinetti nel 1909, merita particolare attenzione quanto fatto in questi anni, sul versante musicale, dallo studioso veneziano Pietro Verardo. Le sue ricostruzioni filologiche degli “intonarumori” infatti, le macchine musicali inventate e costruite da Luigi Russolo nel 1913, hanno in questi anni girato il mondo, ottenendo ovunque grande successo. “Tutto iniziò nel 1977 quando Wladimiro Dorigo, una delle massime figure culturali a Venezia, allora direttore dell’Archivio storico delle arti contemporanee della Biennale, volle riportare in uso per la mostra ‘Russolo/L’arte dei rumori 1913-1931’ gli strumenti musicali futuristi andati distrutti a Parigi, durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale”, ricorda il professor Verardo, in passato anche vicedirettore del Conservatorio Benedetto Marcello.
La riscoperta di nuovi documenti ha permesso la ricostruzione sempre più accurata degli strumenti, di recente protagonisti a Milano di un concerto al Teatro del Verme (dove Russolo esordì e fu fischiato, con conseguente rissa “futurista”). Qualcuno oggi appartiene al Mart di Rovereto, altri sono stati esposti di recente a Ca’ Giustinian, “calcando” anche le scene della Biennale Musica 2009, in due brani contemporanei di Fabio Cifariello e Mauro Lanza eseguiti dall’Ensemble L’Arsenale. “L’intero rapporto del Futurismo con Venezia andrebbe ristudiato – conclude Verardo – infatti fu proprio l’intervento di Giuseppe Volpi (nonno del fondatore della Marghera industriale), allora autorevole consigliere della Cassa di Risparmio di Venezia, che permise l’acquisto di due opere di Boccioni in occasione della sua prima personale a Ca’ Pesaro del 1910”.

Riccardo Petito