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L'INCONTRO
I videoracconti
di Michael Nyman
in "Il Gazzettino", 13 maggio 2010, p. XXIX.
Venezia
Un Michael Nyman per certi versi inedito quello ospitato ieri pomeriggio nell’affollata Fondazione Claudio Buziol di Venezia, dove ha presentato cinque suoi video sperimentali. Interessante se accostato al Nyman noto musicista, che stasera si esibirà in un concerto per piano solo nella Basilica dei Frari alle 21.30. Ad aprire la seconda edizione di “Musica ai Frari”, organizzata dal Circolo Caligola, sarà proprio la star inglese, il cui nome è legato a doppio filo al termine di “minimalismo” musicale, da lui coniato sulla falsariga di “minimal art” in campo artistico.
Alla fama ha sicuramente contribuito il successo internazionale delle sue colonne sonore per le pellicole di Peter Greenaway (sodalizio in seguito interrotto bruscamente), nonché per “Lezioni di piano” di Jane Campion, Palma d’Oro al Festival di Cannes e vincitore di ben tre Oscar (sebbene non per la musica).
Sotto il nome di “Cine Opera”, Nyman ha riunito un concentrato di ben quindici anni di video sperimentali, girati durante viaggi in tutto il mondo. Dedicato a Venezia è "Il Campiello": con una comune fotocamera (che ha simpaticamente estratto dalla tasca ed esibito), ha ritratto veneziani colti in gesti usuali quanto curiosi: una signora avvita il tappo ad una bottiglia, un sacerdote attende il suo intervento durante la messa, un'anziana seduta ad un tavolino piange; l'inizio, una serie di scatti a tempo cadenzato dinanzi ad un banco di frutta.
A seguire "Love Train" (due vagoni si avvicinano e si respingono), "Slow Walker", antologia vagamente (e forse volutamente) urtante di anziani claudicanti ("Sono persone rallentate dalla vita, ma arrivano dove sono diretti con la forza di volontà", ha spiegato), quindi l'onirico "Witness I", giochi di dissolvenze su un pannello di fotografie di zingari rinchiusi in un lager. Conclusione con "The Bull", un’arena messicana prima e dopo una corrida.
«Come autore di film credo di inserirmi nella corrente di "Fluxus", nulla di ciò che ho girato assomiglia a qualcosa di Greenaway o della Champion», aveva anticipato Nyman, quasi ad evitare sbagliate attese.
Ha citato poi il regista e documentarista russo Dziga Vertov, la sua ricerca del vero e dell'accidentale, come possibile fonte d'ispirazione. Quanto alle musiche scelte: "Diciamo che negli anni ne ho accumulate parecchie, non ho che l'imbarazzo!" Possibili accostamenti: «Anche nelle immagini ho cercato di portare la mia estetica musicale, nella quale certa "ripetitività" gioca un ruolo fondamentale».
Riccardo Petito |