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IL PERSONAGGIO

Gino Strada: noi curiamo chi ha davvero bisogno

in "Il Gazzettino", 7 maggio 2010, p. XXXII.

Venezia
Si è iniziato dalla fine, la chiusura dell'ospedale aperto da Emergency a Lashkar-Gah in Afganistan, seguita alla discussa perquisizione e all'altrettanto controversa notizia del ritrovamento di armi da parte di militari britannici (al comando delle forze internazionali nella regione) e afgani. La vicenda, accompagnata dall'arresto di operatori umanitari, ha dimostrato anche tutta la difficoltà nell'ottenere una corretta informazione dalle zone di guerra. Di questo si è discusso martedì in un affollatissimo Ateneo Veneto, presieduto da Michele Gottardi, nell'incontro «In punta di penna» promosso dall'Ordine dei giornalisti del Veneto (moderava il consigliere Beppe Gioia) con il protagonista assoluto di Emergency, il fondatore carismatico della ONG italiana, Gino Strada. «L'irruzione è un pretesto - ha ribadito Strada - forse un avvertimento, sappiamo di dare fastidio. L'accusa di curare i talebani è vera, noi curiamo chi ne ha bisogno. Nella mente di molti militari, chi cura un nemico commette un crimine. Comunque, di ospedali occupati militarmente non ricordo precedenti». Difficile rimanere indifferenti alle drammatiche immagini girate in Afganistan, protagonisti bambini e civili, proiettate in sala: «Ci si dimentica che il 41% dei feriti sono bambini sotto i 14 anni». Fra le accuse ad Emergency quella di fare politica: «La mia posizione è chiara, l'esercito italiano è in Afganistan per servilismo politico». Duro da digerire l'aspetto economico: «L'ospedale è stato costruito con il costo di una settimana di guerra, e quattro giorni di intervento militare italiano in Afganistan corrispondono al mantenimento annuo della struttura», ha aggiunto Gabriele Risica, medico volontario di Emergency, noto primario a Venezia. Conclusione di Strada: «In questo momento abbiamo un unico obiettivo, riaprire l'ospedale».

Riccardo Petito