Torna alla Home Page
Clicca sopra per ingrandirlo!
Clicca sopra
per ingrandirlo!
LIBRI

Tobia Scarpa, ritorno nei luoghi del padre

tratto da "Il Gazzettino", 4 gennaio 2012.

Venezia
"Tobia Scarpa tra lupi e dirupi": si dimostra sin dall'enigmatico titolo un volume ben diverso da una rigida monografia. Quello dedicato al noto architetto e designer veneziano dalla casa editrice RG di Treviso, che riunisce parte della più recente produzione, si discosta dall'intento di catalogo, puntando invece all'emersione dell'"anima" di ciascuna opera. In questo, non si può non rimandare al padre Carlo Scarpa, monumento dell'architettura del Novecento. Lo stesso Tobia Scarpa ha curato personalmente il progetto grafico, accompagnando il tutto con esplicative fotografie e disegni inediti, selezionando testi di preciso significato. Sin dall'incipit che l'autore riserva a sé stesso, che rivela importanti particolari: l'attenzione massima all'aspetto pittorico ("Il mio desiderio più profondo sarebbe stato, lo è ancora, quello di aver avuto l'occasione di esprimermi attraverso la pittura"), e alla materia, alla manualità, al fine pratico ("Per me progettare è orientato al costruire"), mai scontato in discipline dove la teoria sovrasta spesso la realizzazione. Gli interventi di Ivana Riggi, della figlia Carlotta, di Roberto Masiero, di Olimpia Niglio, dell'allieva giapponese Nozomi Shinoda, di Fabrizio Amoroso, di Renata Codello, di Antonello Marotta e di Ciro Cacchione aiutano a completare un complesso quadro. A mastodontici lavori architettonici (ad esempio quelli nell'area industriale a Castrette), interventi in ville venete, allestimenti di negozi, si accompagna l'attività di designer: lampade dove la semplicità dell'assieme sottende a una moltitudine di particolari e soluzioni, tavolini, librerie, monili collane e candelabri, un'imbarcazione. Un universo molteplice che porta anche a Venezia: a Tobia Scarpa infatti, è stato affidato l'ampliamento delle Gallerie dell'Accademia con l'annessione dell'intero piano terra del Complesso della Carità, occupato in precedenza dall'Accademia di Belle Arti. Un ritorno sui luoghi del padre. Previsti un nuovo corpo scale-ascensori per collegare i tre piani dell’edificio, un nuovo ingresso, guardaroba, sala conferenze, caffetteria, laboratori didattici, sale per esposizioni temporanee con ingresso e servizi indipendenti. A questo si aggiunge un innovativo studio dell'aspetto illuminotecnico nelle sale espositive, per la visione ottimale delle opere. Al piano interrato, realizzato nel cortile palladiano, sono invece riservati i locali tecnologici a servizio del nuovo sistema impiantistico.

Riccardo Petito