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LIBRI

Uno studioso veneziano indaga sull'attribuzione di due dipinti a Raffaello

tratto da "Il Gazzettino", 5 luglio 2012, p. XXXVIII.

Venezia
"La Visione di Ezechiele - Un'indagine su Raffaello" dello studioso veneziano Roberto De Feo, edito da Marcianum Press, supporta con rigore scientifico la rivelazione che l'anno scorso mise in subbuglio il mondo dell'arte, guadagnandosi perfino la copertina del settimanale "l'Espresso": ossia la vicinanza alla mano del sommo Raffaello di un dipinto ricomparso una ventina d'anni or sono in una collezione privata, e la fragilità dell'attribuzione al maestro urbinate della tavola esposta a Firenze a Palazzo Pitti, la "Visione di Ezechiele" appunto.
Duplice il subbuglio: accademico (i più noti critici d'arte e conservatori del patrimonio artistico misero in gioco la propria reputazione) e soprattutto economici: la firma di Raffaello eleva (o nel caso contrario priva) di cifre stimabili in milioni di euro il valore di un dipinto. Un vero e proprio "giallo", sviluppato da una relazione universitaria di De Feo ad Urbino, che ripercorre dal Rinascimento ad oggi le tracce lasciate dalle due tavole. Scrive nella nota introduttiva Gianfranco Fiaccadori: "Non è tempo di trarre conclusioni, anche perché il destino critico del nuovo esemplare non necessariamente coincide con quello della tavola di Palazzo Pitti, di qualità comunque altissima: potrebbe anzi trattarsi di due opere uscite entrambe, in gradi e fasi diverse, se non dalla mano, dalla bottega di Raffaello (e in tal senso orienta forse la presenza del lapislazzuli)". E, a proposito della faziosità delle posizioni in campo, Fiaccadori prosegue: "E' auspicabile che si arrivi a discutere senza accuse e malumori, ponendo le due Visioni a confronto una accanto all'altra, offerte così all'esperienza e all'acume degli specialisti".

Riccardo Petito