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Affogando con Andrea De Carlo nel mare delle verità, in un intrigo tra Chiesa, politica e responsabilità occulte
di Riccardo Petito
in "Il Gazzettino", n. 234, 10 ottobre 2006, p. 13.

La vena di denuncia verso l'ipocrisia della società contemporanea, che ha accompagnato in forme diverse l'intera narrativa di Andrea De Carlo, in particolare la più recente, traspare in tutta la sua forza nell'ultimo romanzo "Mare delle verità" (Bompiani, pagg. 336, euro 16,00), uscito da poco. Con l'aggiunta però di un ulteriore elemento, finora inedito per l'autore: quello del giallo. Presto infatti la trama conduce ad intricati intrecci fra religione e politica; sullo sfondo, le figure di un vescovo senegalese e del defunto padre virologo di fama internazionale. Proprio alla morte di quest'ultimo, il protagonista Lorenzo Telmari scopre una scomoda eredità: il segreto del memoriale scritto dal vescovo sulla responsabilità della Chiesa (affiancata da Stati Uniti e altre grandi potenze) nella diffusione dell'Aids, a seguito della nota avversione alle politiche di contenimento demografico.
Come sempre, non mancano copiosi riferimenti autobiografici: Lorenzo, da ex skipper giramondo, si ritira in campagna a scrivere un libro (De Carlo possiede un casolare fuori Urbino), e simpatizza per una associazione, Stopwatch, che può ricordare lontanamente Greenpeace (alla quale aderisce da anni lo scrittore), ma altre analogie sono evidenti. Una figura sicuramente ben delineata è il fratello Fabio Telmari, politico del centrosinistra militante in un ipotetico Mirto Democratico, vero maestro nella ricerca di equilibri di potere, pronto a far insabbiare l'intera vicenda del memoriale, fallendo. Senza svelare ulteriormente la trama, non si può tacere la storia d'amore che accompagna l'intero libro, quella del protagonista per una vivace e onesta attivista di Stopwatch, che lo costringerà ad una fuga via mare, dagli esiti però a sorpresa.
"Mare delle verità" è libro agile alla lettura, grazie a semplici e precise costruzioni linguistiche, ben distanti dalle ricerche sintattiche, spesso sperimentali, di passati romanzi di De Carlo.
E di questo lo scrittore ha parlato prima di partire per gli Stati Uniti, e precisamente per New York, dove presenterà in anteprima “Wind Shift” (traduzione di “Giro di Vento”, penultimo romanzo).

Come è nata l'idea di inserire in "Mare delle verità" elementi propri di una 'spy story'? C'è qualche modello della narrativa di genere, in particolare statunitense, che l'ha ispirata o colpita?

"Non amo affatto la narrativa di genere, anzi detesto la sua meccanicità, il senso di vuoto e di fatica che ti lascia ogni volta. Però quando ho cominciato a scrivere questo romanzo mi sono posto una sfida: creare una storia che avesse il ritmo e la capacità di catturare l'attenzione di un thriller, e allo stesso tempo fosse totalmente onesta e sincera nel parlare di questioni personali e universali. Se ci sono riuscito me lo diranno i lettori."

Il libro contiene precise accuse alle politiche anticoncezionali della Chiesa cattolica, alleata seppur con diversi interessi ad alcuni Stati (fra cui gli Usa), che si traduce in catastrofiche conseguenze sulla diffusione dell'Aids. Durante la scrittura ha pensato di poter portare un contributo 'militante' alla conoscenza del problema?

"Credo che il privilegio di avere un vasto pubblico che legge i miei libri con grande partecipazione e intensità implichi un impegno da parte mia a non nascondermi né tirarmi indietro rispetto ai temi che mi stanno a cuore. Sento sempre più la responsabilità di essere una voce critica che può esercitare un'influenza, se non altro ponendo delle domande e condividendole con altri."

Fra tutte le figure presenti, il fratello del protagonista, il politico del centrosinistra Fabio Telmari, è delineata con particolare lucidità, in tutto il suo cinico arrivismo. Le critiche da lei mosse in precedenza allo schieramento avversario, si possono estendere oggi a tutta la classe politica italiana, nonostante l'attuale svolta di Governo?


"Non penso in modo qualunquistico che una coalizione ne valga un'altra, credo anzi che esistano delle differenze. Però registro il fatto che la logica e i metodi dei vari partiti dei due schieramenti sembrano gli stessi: spartizione delle cariche, controllo dell'informazione, interferenze economiche, incapacità di pensare all'interesse dei cittadini invece che al proprio..."

Riccardo Petito