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Andrea De Carlo e “Durante”, «un personaggio che vive intensamente il presente»
di Riccardo Petito
in "Il Gazzettino", n. 122, 31 maggio 2008, p. 18.

Non c'è dubbio che "Durante", il nuovo romanzo di Andrea De Carlo edito da Bompiani, sia destinato a piacere allo zoccolo duro di lettori che hanno seguito lo scrittore milanese sin dagli esordi: lo confermano parecchi interventi nel seguitissimo forum all'interno del suo sito Internet. Si ritrovano infatti alcuni fra gli elementi più conosciuti della sua narrativa: il dualismo dei protagonisti (qui l'io narrante fa da "spalla"), le contraddizioni tra desiderio di vita naturale - la vicenda si svolge nelle colline marchigiane - e richiamo urbano, insoddisfazioni esistenziali, elementi irrazionali che completano la figura carismatica di Durante, senza tralasciare riflessioni ambientaliste. L'autobiografismo voluto di De Carlo lo si percepisce nei numerosi echi, disseminati qua e là, di precedenti lavori (su tutti forse, uno dei meno noti, "Nel momento", e "Uto"). La scrittura è quella precisa e "raffinata", nel senso di lineare e priva di ogni inutile barocchismo, alla quale ci ha da tempo abituato lo scrittore, al quale abbiamo posto qualche domanda.

Si è molto parlato dell'insolito nome del protagonista, "Durante": da cosa è stata dettata la scelta?

«Mi piaceva il suo suono di antico nome italiano, da cui deriva Dante. Il fatto che contenga un avverbio di tempo corrisponde al carattere di un personaggio che vive con estrema intensità nel presente, senza nostalgie del passato né programmi per il futuro. In più, Durante si presta a essere un nome o un cognome, e questo contribuisce a creare un'ombra di mistero intorno al protagonista».

Il punto di vista dell'io narrante, Pietro, permette al lettore margini di interpretazione su alcuni aspetti di Durante, la cui principale caratteristica pare essere quella di destabilizzare equilibri in apparenza solidi. Grazie ai suoi "poteri", o funzionando semplicemente da "specchio" rivelatore?

«Trovavo interessante l'idea di un io narrante fisicamente vicino al protagonista ma caratterialmente lontano, la cui diffidenza iniziale nei confronti di Durante diventa insofferenza, gelosia, ostilità aperta, odio, per poi trasformarsi in sentimenti diversi man mano che i due si conoscono meglio. Quanto ai "poteri" di Durante, volevo lasciare il dubbio di quanto possano essere reali, o immaginati dalle persone con cui lui entra in contatto».

Alla Fiera del Libro di Torino ha partecipato con Greenpeace all'incontro di promozione della campagna "Scrittori per le foreste" (con il riuscito slogan "Per fare un libro non ci vuole un albero"), cui da anni aderisce. Si registrano concreti risultati?

«Sì. Alla campagna, che è internazionale, hanno aderito in Italia diversi scrittori ed editori, impegnandosi a stampare i propri libri su carta "amica delle foreste", vale a dire riciclata senza uso di cloro o certificata dall' FSC (Forest Stewardship Council), un ente indipendente che controlla la buona gestione delle foreste. Il mio editore, Bompiani, pubblica ormai tutta la sua produzione su carta FSC. È un risultato importante, ma è altrettanto importante che i mezzi di informazione ne parlino, cosa che di solito non fanno. Il nostro obiettivo è estendere l'uso della carta "giusta" a tutta l'editoria italiana. Perché succeda, è indispensabile che i lettori facciano sentire la propria voci ad autori e editori».

Una curiosità: in un recente incontro con il pubblico nelle apprezzate presentazioni tra letteratura e musica, assieme al bravo percussionista Arup Kanti Das, si è seduto anche al pianoforte: lascia presagire prossimi brani musicali inediti?

«Ho scritto diversi nuovi brani, per pianoforte e per mandolino ottavo. Vorrei registrare alcuni dei prossimi incontri in giro per l'Italia, e farne un cd. Così anche chi non riuscirà a venire a teatro potrà farsi un'idea di come si svolgono queste serate, tra letture dai miei libri, musiche e dialoghi con il pubblico».

Riccardo Petito