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Venezia, strana città. Un libro curato da Riccardo Petito e Fabrizio Olivetti
di Umberto Sent

in "Carle Mare 2010", dicembre 2010, p. 43.

Di definizioni sul conto di questa Città ne avevamo sentite tante: magnifica, fantastica, romantica, incredibile, unica, irripetibile, sensazionale, incomparabile e tantissime altre che non citiamo per motivi di spazio. Ma tra tutti questi aggettivi su Venezia uno davvero mancava, almeno nell'ambito di una pubblicazione tematica: strana.
Quale può essere il viatico per definire "strana" una Città che (crediamo non a torto) viene definita in assoluto come "la più bella del mondo? Forse la voglia di lasciarsi finalmente andare a "due chiacchiere (non piagnucolose) sulla Città assieme a compagni di ventura, veneziani e non", come spiega Fabrizio Olivetti, ideatore, progettista grafico e illustratore del volume "Venezia, strana Città", i cui testi sono stati coordinati e curati dal giornalista e saggista lagunare Riccardo Petito.
Un modo per scandagliare la Città attraverso le sensazioni e le emozioni di chi la vive tutti i giorni davvero dall'interno, lontane pertanto dall'immagine stereotipata che spesso si incontra nella miriade di lavori editoriali usciti negli anni. "Venezia, strana città", edito da Cicero Editore per conto di Grafiche Veneziane, storica tipografia veneziana che in prima persona ha promosso l'operazione per farne un omaggio alla Città, è in pratica un contenitore di "Idee" sulla Venezia contemporanea, interventi e possibili spunti di riflessione proposti da un grafico, un filosofo, scrittori, giornalisti, professori, professionisti, e infine un tipografo, riuniti non per la loro notorietà o carica, ma per il loro reale bagaglio di esperienza, per la loro "vera" professione.
Il volume vede succedersi, alternati ai disegni di Fabrizio Olivetti, i contributi di Massimo Cacciari, Guido Moltedo, Davide Lorenzon, Valter Baldassi, Federico Moro, Riccardo Petito, Annalisa Bruni, Paolo Canestrelli, Adelaide Fuga, Anna Toscano, Carlo Montanaro, Tiziana Agostini, Franco Ranchio e Leopoldo Pietragnoli.